BMW mette in campo una novità pronta a sorprendere tutti: un sistema segreto capace di cambiare le regole e rendere unica la guida.
Un’aria di mistero aleggia intorno allo sviluppo più recente della casa di Monaco. Dietro le porte chiuse dei laboratori, BMW sta lavorando su una soluzione che promette di rivoluzionare l’aderenza e il controllo delle sue moto grazie a una tecnologia inedita.
L’innovazione emerge dai documenti dei brevetti, dove si intuisce che la casa tedesca sta pensando in modo non convenzionale, abbandonando i soliti trucchi aerodinamici e affidandosi a un’idea più ardita: sfruttare il potere dell’aria, ma generata da una ventola interna. Un elemento che ricorda le trovate dei grandi progettisti dell’automobilismo ma declinato per il mondo delle due ruote, finora mai visto.
Sfogliando le pagine dei brevetti depositati da BMW, si scopre una soluzione che punta a innestare un nuovo livello di controllo dinamico. Il cuore del progetto è una ventola interna: questa, azionata elettricamente, raccoglie aria e la indirizza dentro una fitta rete di condotti.
L’aria ad alta pressione viene poi espulsa da ugelli strategicamente posizionati sui punti chiave della moto. Il funzionamento è semplice nell’idea ma geniale nell’esecuzione: delle alette mobili all’interno regolano la direzione del getto, adattandosi al momento specifico della guida.
Il flusso può essere mandato all’indietro per dare spinta in accelerazione, in avanti per contribuire alla frenata, verso l’alto per imprimere più carico sull’avantreno o lateralmente per “spingere” la moto contro l’asfalto nelle curve più impegnative. Lo scopo è ottenere sempre la massima aderenza, sfruttando una risorsa “artificiale” e totalmente gestibile in pochi istanti.
Questa strategia non nasce dal nulla. Nel mondo delle quattro ruote, sistemi simili hanno già lasciato il segno. Basta ricordare la famosa Brabham BT46B in F1, ideata da Gordon Murray, dotata di una ventola che risucchiava l’aria da sotto la vettura per incollarla letteralmente alla pista.
Da non dimenticare il caso Bosch, che nel 2018 presentò una soluzione teorica per la sicurezza: getti d’aria attivati da generatori di gas, simili agli airbag, pronti a intervenire solo in caso di emergenza per evitare la perdita di controllo. Quella proposta, però, era complessa, ingombrante e non pensata per un utilizzo ripetuto, quanto piuttosto come dimostrazione di fattibilità.
BMW, invece, punta su una tecnologia più raffinata, in grado di lavorare in tempo reale durante la guida. Una soluzione che potrebbe davvero portare il piacere e la sicurezza su due ruote a un livello mai visto prima. Ora resta solo l’attesa di capire quando (e se) questa trovata arriverà sulla strada.