Grossi problemi per un colosso del mondo delle moto, con la situazione finanziaria che non lascia tranquilli.
Non è di certo un periodo semplice per tante aziende motociclistiche, considerando infatti come i grandi cambiamenti che stanno avvenendo nel mondo dei motori sta creando dubbi e incertezza tra i clienti. Inoltre non si deve dimenticare come siano entrati grandi novità in questi anni, partendo dalle realtà cinesi che dimostrano di avere un ruolo sempre maggiore nel settore.
Non dimentichiamo come anche il settore del motorsport possa subire una serie di grosse modifiche negli anni, con il regolamento che si sta rivoluzionando in vista del 2027 e questo comporta nuove spese. La KTM sta attraversando un periodo davvero molto complicato negli ultimi mesi e lo si vede anche dalle prestazioni in pista, decisamente sotto le attese.
I problemi sono però a monte, con il piano di risanamento dell’azienda che è stato accettato, peccato che le vendite continuino a essere deludenti. Lo spauracchio di chiusura dell’azienda, dopo che nel 2024 era stata presentata istanza di fallimento al Tribunale di Ried, torna a spaventare e non poco dirigenti e dipendenti.
A evidenziare come i primi mesi del 2025 non siano di certo stati i migliori per KTM è il quotidiano tedesco Der Standard. Questi infatti ha sottolineato come la principale motivazione del tracollo economico della KTM dipenda da una produzione eccessiva di moto che alla fine sono rimaste invendute.
Si parla infatti di magazzini stracolmi di oltre 265 mila moto, numeri che dimostrano come la produzione in KTM sia decisamente sfuggita di mano. I dati evidenziano come, normalmente, un numero del genere potrebbe essere venduto in un anno intero. A peggiorare la situazione, secondo il Der Standard, vi è il fatto che l’azienda rischia di svendere le moto pur di liberare i magazzini.
Questo non permetterà però di rientrare pienamente dalle spese, ma in un tempo in cui è necessario cercare di rientrare da ingenti debiti, tutto fa brodo. Sarà necessario capire quali saranno i possibili nuovi investitori che vorranno puntare su un marchio in crisi, ma comunque molto blasonato. Si è fatto per diverso tempo il nome della BMW e ora sembra farsi strada anche quello dell’indiana Bajaj. La speranza per i lavoratori è che si possa trovare il prima possibile una soluzione per salvare un marchio storico.