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Anche Ducati va in crisi, spuntano i primi tagli: cosa succede a Borgo Panigale

Un clima di incertezza scuote Ducati, costretta a una scelta difficile che riguarda molti lavoratori. Anche a Borgo Panigale arriva la temuta crisi

Nei primi mesi dell’anno, Ducati si è trovata davanti a una strada tutta in salita. Il panorama economico, sia internazionale che nazionale, è cambiato in fretta. Da un lato, le moto italiane si fanno trovare davanti a un mercato interno fiacco, con gli appassionati che rimandano l’acquisto e tengono d’occhio le spese.

Ducati crisi, arrivano i tagli nextmoto.it

Dall’altro, la pressione crescente degli Stati Uniti con nuove tasse rende le esportazioni molto meno convenienti. Si parla di numeri veri: dal primo agosto, i dazi sulle moto europee salgono ancora, passando dal 25 al 30%. Un balzo che mette a rischio la redditività di ogni moto spedita negli USA, piazza chiave per Ducati.

Decisioni a Borgo Panigale: spuntano i primi tagli

Sono due i fattori che mettono il freno ai piani di Ducati: le vendite in Italia che scendono bruscamente, insieme agli ostacoli posti dal mercato americano. In patria, il 2024 ha chiuso con 9.589 moto vendute, segnando un calo del 15% rispetto all’anno precedente. Un segno evidente di prudenza tra i clienti, alle prese con inflazione e costi sempre più pesanti.

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Ma quello che pesa di più, a conti fatti, è l’aumento dei dazi oltreoceano. Solo negli Stati Uniti, Ducati aveva immatricolato quasi 7.000 moto nel 2024, un numero che rischia di diventare molto più piccolo se i prezzi crescono ancora. Il produttore bolognese non può contare su fabbriche locali:.

Davanti a questo panorama, la casa di Borgo Panigale ha scelto un approccio diverso dal passato. La responsabilità ricade sui contratti a termine: circa 450 lavoratori stagionali non vedranno rinnovato il proprio impiego nella seconda metà dell’anno.

Si tratta di personale inserito nei periodi tradizionalmente più impegnativi, soprattutto tra l’inverno e la primavera, quando la domanda è più sostenuta. La spiegazione non lascia spazio a interpretazioni: tutto nasce da previsioni prudenti e da un contesto generale che non consente certezze.

La produzione resta significativa, ma senza la pressione di dover inseguire numeri a tutti i costi. Nel 2024, globalmente, Ducati ha consegnato quasi 55.000 moto. La solidità c’è, ma non basta per ignorare un contesto che cambia rapidamente, tra guerre commerciali, variabili politiche e incertezza nei consumi.

L’obiettivo, oggi, non è solo difendere le quote di mercato ma assicurarsi che ogni moto venduta sia davvero profittevole. Le future strategie punteranno su innovazione, modelli speciali e ampliamento delle proposte elettriche e adventure.

La scelta di non rinnovare i contratti stagionali racconta una Ducati pragmatica, che preferisce limitare i rischi in tempi complicati. La lezione arriva chiara: anche le marche storiche devono adeguarsi alla realtà, senza dare nulla per scontato, perché la curva del mercato non perdona neppure chi, fino a ieri, sembrava inarrestabile.