Pontedera, il papà della Vespa Corradino d’Ascanio in mostra

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Andare in moto? “Troppo scomodo!” Solo i più accaniti appassionati, e forse nemmeno loro, sanno che un mito italiano (anzi: internazionale, visto il grande successo di pubblico) delle due ruote è nato quasi per caso; o meglio, perché mettersi al manubrio di quei “pachidermoni” che si vedevano circolare nel – secondo – Dopoguerra era troppo scomodo, e bisognava trovare un’alternativa. Questa alternativa è la Vespa, scooter che ha diffuso il verbo Piaggio in tutto il mondo e che è stato inventato da Corradino d’Ascanio, un ingegnere aeronautico che 65 anni progettò un motorino partendo dall’assunto che dovesse essere semplice da guidare e manovrare.

Proprio alla figura dell’ingegnere è dedicata una maxi mostra allestita a Pontedera, in programma fino al 31 gennaio prossimo: “Corradino d’Ascanio: Uomo, Genio, Mago, Mito”. Pensata dalla Fondazione Piaggio, che per approntare gli spazi espositivi si è affidata alla maestria dell’architetto Enrico Agonigi, l’esposizione ripercorre la vita di quel geniale abruzzese trapiantato in Toscana che ha saputo cambiare, con un’intuizione, la storia industriale italiana.
 
Una storia che, in questa mostra, c’è tutta: a cominciare dai progetti originali per arrivare ai modelli più rari, passando “attraverso” (virgolette doverose, perché qui non si può far altro che sostare in estatica contemplazione) la decana, la “98 cc” brevettata da Corradino D’Ascanio il 23 aprile 1946.
 
È però lo spazio dedicato “al Genio” quello più carico di suggestioni: vi si ripercorre infatti l’intero percorso formativo di Corradino d’Ascanio, dal brevetto del primo prototipo di elicottero in Italia (anteriore alla Vespa, è un progetto tutto suo) fino alle trovate pubblicitarie che il nostro inventava per attrarre la curiosità dei visitatori negli stand fieristici (come “Vespa sul ramo di peso” o “Vespa sul getto d’acqua”, ricostruite facendo ricorso alla realtà virtuale).
 
Il salto nel tempo si conclude con lo spazio “al Mito”, dove amici e collaboratori che hanno conosciuto il papà della Vespa, Corradino d’Ascanio, ne tracciano un ritratto quotidiano e genuino.

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