
Se guardiamo indietro nel tempo, fino agli inizi degli anni Sessanta, i motori automobilistici con uno o due alberi a camme in testa equipaggiavano quasi esclusivamente pochi modelli particolarmente evoluti. Basti pensare a Casa automobilistiche come Ferrari o Maserati, per esempio. Nella produzione di serie, spiccavano nomi del calibro di Alfa Romeo e Jaguar che portavano con se un know-how che gli permetteva di realizzare efficienti motori bialbero.
Il problema fondamentale che contrastava l’impiego di uno o due alberi a camme era sostanzialmente da ricercarsi nella difficoltà di realizzare un sistema silenzioso che fosse anche ragionevolmente economico e affidabile.
Alfa Romeo e Jaguar avevano provato ad affrontare il problema con uno schema a doppio stadio, con due catene di lunghezza contenuta che limitavano le oscillazioni. All’epoca era davvero complicato realizzare tenditori davvero efficaci e ci si scontrava con numerose problematiche.
Un unico tenditore non è sufficiente per sostenere una distribuzione mono o bialbero perché agisce su un solo ramo della catena. Si trattava di trovare soluzioni diverse.
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