Supersport, intervista a Luca Scassa da Imola

[galleria id=”2003″]Non si è rivelato un week end fortunato quello di Imola per Luca Scassa e per tutto il team Yamaha Parkin go che partecipa al mondiale Supersport, visti i problemi di motore che hanno obbligato l’italiano e il compagno di squadra Chaz Davies (leader del mondiale) a chiudere la gara anzietempo dopo la pole e il secondo posto in griglia ottenuti nella giornata di sabato. Noi l’abbiamo intervistato grazie ad Eurosport, per cui collabora con interventi in diretta, nella hospitality Yamaha nel paddock di Imola e ci ha svelato dettagli interessanti sul mestiere di pilota.

 
Luca Scassa, aretino classe 1983, ha iniziato l’anno vicendo subito nel mondiale Supersport. Poi sono arrivati i problemi, ma la stagione è comunque positiva per il centauro.

E’ bello essere a Imola, la pista più bella d’Italia senza dubbio. È complicata soprattutto per i saliscendi che creano tante curve cieche. La stagione è stata finora positiva per me. Ho iniziato bene poi ho avuto diversi problemi tra cui la squalifica di Misano, però sono fiducioso. Per la prossima stagione non ho ancora un’idea previsa di dove correrò. Sono contento dei risultati perché questa non è la mia classe. Io sono molto alto (un metro e ottantacinque, ndr) e una 600 fatica molto con me sopra.

L’aspetto del peso è fondamentale in una classe dove i “piccoletti” riescono a trarre maggior vantaggio dal motore:

Dieta ferrea. Pochissimi grassi, ma è complicato perdere peso perché metti su massa magra con l’allenamento. L’inverno mi dedico alla palestra, ma niente pesi solo lavoro aerobico proprio per non mettere su i muscoli. E poi ora ho scoperto la mountain bike che mi permette di lavora fuori e l’estate si fa preferire. Un aspetto importantissimo da curare è la sopportazione della fatica e dello stress. Devi sforzati di pensare mentre stai faticando perché aiuta a mantenere la concentrazione e ad evitare di trovarti nei finali di gara senza sapere cosa stai facendo.

Un equilibrio delicato tra peso e capacità di resistenza, con un occhio di riguardo ai muscoli che non devono essere troppo sviluppati.

Non ci vogliono muscoli per guidare la moto. Bisogna essere molto delicati nei movimenti in sella. Chi guida di forza significa che non sa guidare. Ci sono degli automatismi che si creano e che vanno ricercati con la concentrazione. Ci sono cose a cui non puoi pensare mentre guidi.

E proprio per questo impressiona la capacità di questi ragazzi di passare direttamente dalla vita normale alla sella della propria moto che li porta in un attimo a velocità pazzesche. Gli abbiamo chiesto quali sono le sue abitudini nei giorni di gara.

Giornata tipo? Sveglia 7 e 30 poi si gira. Alle 11 pranzo leggero, pasta in bianco e zucchine. La corsa alle 13 e 30. A volte uno arriva tardi col traffico del paddock e si ritrova a 200 all’ora in pochi secondi.

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