MotoGP 2011 Laguna Seca: per Bridgestone “buone indicazioni”

gomme moto bridgestone

A decidere il Gran Premio degli Stati Uniti, disputato domenica sull’incandescente asfalto di Laguna Seca, potrebbero davvero essere stati gli pneumatici? I piloti hanno avuto delle teorie discordanti, mentre i responsabili sviluppo di Bridgestone hanno le idee molto più chiare a riguardo…

Abbiamo visto – ad esempio – come Valentino Rossi abbia espresso la propria perplessità in virtù del fatto che solo nei giri finali le gomme siano entrate in temperatura, consentendogli di fare un giro “al limite” senza però correre eccessivi rischi in sella alla sua (forse finalmente meno ostile) Ducati;

 

abbiamo sentito Marco Simoncelli raccontare di come la sua caduta possa essere stata dovuta ad un’inefficienza degli pneumatici, Jorge Lorenzo soprassedere (in questo caso, probabilmente, più di tutto hanno potuto i problemi fisici del maiorchino, caduto malamente nelle libere del sabato), Casey Stoner elogiare il lavoro del team e la buona prestazione dell’intero pacchetto-moto…

 

Insomma: non possiamo dire di aver maturato un’idea precisa in materia, ma possiamo pur sempre affidarci ai dati raccolti con la telemetria e i check post-gara dai tecnici Bridgestone, azienda fornitrice (unica) dell’intero universo delle squadre del MotoGP. In particolare ci sembrano significative le parole di Hirohide Hamashima, assistente del Responsabile Sviluppo Bridgestone Motorsport Hiroshi Yamada (dato che quest’ultimo si è beato di aver sempre “riempito il podio” dal 2007 con piloti gommati Bridgestone, quasi fosse un vanto per un marchio che adesso è fornitore unico).

L’opzione di mescola più dura per l’anteriore e il posteriore è stata quella che ha garantito performance più veloci a tutti e, specialmente nel caso di Casey Stoner, la consistenza e il ritmo di gara sono stati impressionanti. Il tempo totale di gara è stato più veloce di 2.7 secondi rispetto al precedente record.

Interessante anche la regolarità delle prestazioni di Stoner, autore del giro più veloce al terzo passaggio ma capace anche di un tempo pochissimo più alto a 3 tornate dal termine, a dimostrazione del fatto che le gomme non hanno perso le loro qualità con il deterioramento.

 

Nonostante il caldo, qualcuno ha scelto pneumatici con la mescola più morbida al posteriore. Il best performer tra questi 12 atleti (non pochi: su 18…) è stato Ben Spies (Yamaha), che ha chiuso quarto regalando a Bridgestone la sensazione che anche questa sia stata un’ottima scelta. E un’ottima gomma…

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