Honda, Yamaha, Suzuki e Kawasaki: il dopo terremoto

Honda: lo stabilimento di Ogawa
Il terribile terremoto e il conseguente tsunami e poi la terribile possibilità di una catastrofe nucleare stanno creando parecchi problemi ai grandi costruttori di motociclette giapponesi, alle prese con una crisi imprevedibile fino a pochi giorni fa e che rischia ora di stravolgere i loro piani per il futuro.

Da quanto si apprende da fonti giapponesi, Honda sembra essere al momento la casa che ha subito i danni maggiori: dal 14 al 20 marzo il colosso nipponico ha sospeso le attività in tutti gli stabilimenti (Sayama, Ogawa, Tochigi, Hamamatsu e Suzuka) e ha i propri fornitori tutti fermi, cosa che mette a rischio anche l’attività di HRC, che però al momento ha a disposizione ricambi sufficienti per il GP del Qatar e per quello previsto sul circuito di Jerez. Inoltre la casa di Tokyo ha avuto una trentina di dipendenti feriti e addirittura uno deceduto. 
 
Non è andata meglio alla Yamaha, dove il lavoro è stato sospeso dal 15 al 17 marzo ma con la possibilità di proroghe; inoltre la catastrofe ha danneggiato seriamente il circuito di Sugo, di proprietà della casa di Iwata, e provocato il ferimento di un dipendente. 
 
Un po’ migliore sembra essere invece la situazione per Suzuki e Kawasaki, che hanno bloccato i lavori ma che non paiono avere subito grossi danni dal punto di vista degli impianti e che, se ci sarà l’energia elettrica necessaria, potrebbero tornare presto a marciare a pieno regime. 
 
Dorna Sports ha spostato ad ottobre il Gran Premio del Giappone e nel frattempo tutti i costruttori hanno inoltre fatto generose donazioni finanziarie e di mezzi per cercare di alleviare le sofferenze della popolazione colpita ma su loro stessi, sul Giappone e sul mondo intero pesa l’incubo di una catastrofe nucleare che nessuno sembra per il momento in grado di evitare.

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