E’ ormai un simbolo della Dakar, ma anche della Ktm. Stiamo parlando di Marc Coma, che ha vinto per la terza volta il prestigiosissimo rally “ambientato” nella lande sudamericane. Per la cronaca l’ultima delle tredici tappe, da Cordoba a Buenos Aires, è stata vinta da Verhoeven, mentre il successo finale, come detto in precedenza, è andato allo spagnolo, il quale è riuscito a rifilare a Cyril Despres un margine di ben quindici minuti. Il tutto a testimonianza dello strapotere dell’iberico, che ha sbaragliato la concorrenza a fronte di 9.500 chilometri in totale, 5.000 di prove speciali,14 giorni di gara,13 tappe, e un solo giorno di riposo.
Il dominio di Coma è stato legittimato da cinque successi su tredici prove speciali, che gli hanno permesso di conquistare la vetta della classifica a partire dalla tappa del 5 gennaio, quella dell’ingresso in Cile tra San Salvador de Jujui e Calama. Nessuno è riuscito ad insidiare la sua leadership, se non una caduta nella tappa tra Calama ed Iquique, che gli ha procurato solo una piccola ferita alla mano.
Diverso il percorso di Despres, accreditato da molti come il principale avversario di Coma. Il francese infatti non è riuscito a contrastare il rivale, accontentandosi di un secondo posto che in una Dakar è ben poca cosa per un pilota giunto all’undicesima partecipazione forte di tre successi finali.
Succeso incontrasto invece per la Ktm, che ha piazzato ben nove moto nella top 12, confermandosi per conseguenza “marchio principe” della Dakar.
